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mercoledì 2 aprile 2014

"Audiodramma", o dramma d'ascolto.

Il Giardino di Gaia, testo di Massimo Carlotto pensato per la messa in scena "audiodrammatica" curata da Sergio Ferrentino, ha regalato al pubblico del Teatro Goldoni un'occasione di intrattenimento doppiamente spiazzante; "dramma" nella costruzione narrativa del testo e nei personaggi, che Carlotto tratta come di consueto scardinando ogni ipotesi di lieto fine, ma anche dramma di un comporsi asincrono di elementi sulla scena, dietro la superficie sonora di ciò che accade nella storia, proprio a partire dal disvelamento della macchina umana e strumentale che ne produce la sintassi d'ascolto; ingranaggio millimetrico di corpi e oggetti che mette in scena le premesse fisiologiche della finzione, raddoppia lo straniamento dei personaggi dentro la storia, in un "fuori" che producendola non la tratta come metafora, ma si piega ad essa come un apparato didascalico di cause ed effetti regalati a un senso che non serve, la vista, non cessando di offrire un contrappunto "drammatico" a ciò che accade come puro suono in cuffia, e alla fine solo conta. Un  lunghissimo applauso finale ha salutato l'esperienza di uno spettacolo unico, in un incrocio sensoriale che ha centrato un bersaglio di formidabile empatia con un pubblico attentissimo.

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