Poetessa assai famosa in patria, Premio Pulitzer, drammaturga e romanziera, Rita Dove porta a Venezia la sensibilità di una coltissima autrice afroamericana, che da un lato svaria a ripercorrere e trasfigurare da par suo luoghi centrali della storia e della cultura europea, come ad esempio Beethoven a Boccaccio, e d'altra parte rivive poeticamente un forte impegno sociale in difesa dei diritti umani, con un'attenzione particolare per la figura di Rosa Parks. Ecco, nella bella traduzione inedita di Stefania Basset, un singolare omaggio di Rita Dove a Venezia, dalla raccolta American Smooth (2004), esempio smagliante di un particolarissimo rapporto con la musicalità della lingua, che per Dove è un oggetto intrinsecamente musicale, non da sottoporre a un trattamento eufonico successivo, ma produttivo in sé di autonomi elementi ritmici e timbrici.
Un, due – no, cinque piccioni
si disperdono davanti al calpestio
distratto
di una punta di scarpa.
Persa, persa, tubano, e
hanno probabilmente ragione:
È Venezia, sono americana,
con sandali e zaino,
affondata in una ciotola di cielo
decorata con statue di marmo
(ardesia, neve, cenere) –
una gamma fuori scala, immersa
Nella tavolozza lunare del gelo.
Chi, tu? No. Ma qui,
una pallida
risposta in corsivo. La raccolgo
mentre la scarpa sfrontata
continua a conversare
(un due) con il suo compagno,
e il rovistatore di rifiuti piùvicino
saltella tre volte
di lato, per prendere
il suo premio superlativo, il cono
gelato
fatto cadere da un bambino.
Tip, tap: primo codice d'allarme
per la pioggia pomeridiana. Grigio
vagabondo, messaggero buffone
per amanti costretti a terra –per
dove?
che fai, arraffando un dolce
dal percorso di un uomo
che, perché sa
dov'è diretto, cammina
senza vedere, il viso nascosto
da una sporca apertura alare
delle notizie del giorno.
traduzione inedita di Stefania Basset
traduzione inedita di Stefania Basset
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