Bi Feiyu: la scrittura come percezione "diversamente abile" del mondo
Pia Masiero e Bi Feiyu
L'autore cinese de I maestri di tuina (Sellerio, pagg. 408,
traduzione di Maria Gottardo e Monica Morzenti), libro affiorato
all'attenzione internazionale come un vero “caso” letterario,
porta a Incroci la temperatura umanissima del proprio rapporto con
una certa “percezione” della disabilità: I "maestri di tuina" sono
i numi tutelari di un'arte antica, la “tuina” appunto: la loro
cecità ha per occhi le mani, massaggiatori sotto le cui dita passa
la Cina del boom economico, ma anche la Cina di sempre e i
sentimenti di ogni essere umano. Quindi non sono metafore, i
massaggiatori ciechi di Bi Feyiu: “Uno scrittore”, ci spiega, "non
pensa mai al filtro delle metafore, si occupa di cogliere gli
elementi concreti della vita, per mostrarla e reinterpretarla. Un
romanziere non può avere l'approccio di un filosofo, non è dominato
dalla logica. Il pensiero di un filosofo è tende a contrarsi, quello
di uno scrittore al contrario si dilata. Non credo interessi molto
che cosa pensiamo: piuttosto cosa ci attrae, muove i sensi e i
sentimenti nel mondo”.
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