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venerdì 12 aprile 2013

Bi Feiyu: la scrittura come percezione "diversamente abile" del mondo


Pia Masiero e Bi Feiyu
L'autore cinese de I maestri di tuina (Sellerio, pagg. 408, traduzione di Maria Gottardo e Monica Morzenti), libro affiorato all'attenzione internazionale come un vero “caso” letterario, porta a Incroci la temperatura umanissima del proprio rapporto con una certa “percezione” della disabilità: I "maestri di tuina" sono i numi tutelari di un'arte antica, la “tuina” appunto: la loro cecità ha per occhi le mani, massaggiatori sotto le cui dita passa la Cina del boom economico, ma anche la Cina di sempre e i sentimenti di ogni essere umano. Quindi non sono metafore, i massaggiatori ciechi di Bi Feyiu: “Uno scrittore”, ci spiega, "non pensa mai al filtro delle metafore, si occupa di cogliere gli elementi concreti della vita, per mostrarla e reinterpretarla. Un romanziere non può avere l'approccio di un filosofo, non è dominato dalla logica. Il pensiero di un filosofo è tende a contrarsi, quello di uno scrittore al contrario si dilata. Non credo interessi molto che cosa pensiamo: piuttosto cosa ci attrae, muove i sensi e i sentimenti nel mondo”.

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