Mohammad H. Mohammadi, la scrittura, le donne d'Afghanistan
Con l'arrivo di M. H. Mohammadi alla Querini Stampalia, si è aperta
fra le maglie degli "Incroci "uno squarcio di luce pura, fra
rifrazioni di esotiche distanze e attraversamenti riavvicinati di un
“mondo” doppiamente remoto, l'universo femminile afgano.
Scrittore “controcorrente”, dove le correnti non sono linee
divergenti di pensiero, ma ataviche resistenze ad un'osservazione
disincantata dell'uomo e del mondo, Mohammadi ci rivela il suo
approccio “radicale” alla narrazione di storie con personaggi femminili: in
questo senso la propria dimensione eccentrica, estranea perfino al
temi e convenzioni di scrittura delle donne afghane, si spinge fino a
un'identificazione totale, sfruttando fino in fondo la straordinaria vitalità della lingua persiana. “Nella mia scrittura", ci dice l'autore, "mi piace l'idea di rendere il lettore partecipe di un processo continuo di ricreazione; la parola serve a eccitare la fantasia, all'interno di un percorso coerente. Spero che mio padre non legga mai le
mie cose”, conclude, “è una persona fortemente religiosa, e temo
che non capirebbe”.
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