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venerdì 4 aprile 2014

Stratanovskij, o il teatro domestico di simboli


Roberto Malinverni e Alessandro Niero
Sergej Stratanovskij è uno dei poeti russi più importanti del secondo Novecento. Forzatamente assente da Incroci per ragioni di salute, ha offerto al pubblico di Santa Margherita alcune sue letture attraverso un video di grande intensità emotiva. L'incrocio di aree lessicali diverse, dal registro lirico all'ambito specialistico, la fluttuazione allegorica degli oggetti nel paesaggio domestico, trasfigurato in un teatro di oscure entità antropomorfe, rende i suoi testi densi di rapporti analogici, li traghetta intatti oltre gli incerti  fatali del travaso del suono da una lingua all'altra, grazie anche alla traduzione di grande misura e intelligenza operata da Alessandro Niero.


Gelatina d’occhi che non brillano
con pane raffermo
con sale bohémien
Aspirano a schiantarsi sul pavimento
le stoviglie suicide
Pareti appena borbottanti
macchiate di veleno da parati
Soltanto gli angoli non soffrono
stagliati neri come metafisica
Oh, poter scrivere sui gatti
con un pennello bohémien «speranza»
Sul soffitto, sul pavimento, sui cucchiai
Con tinta porpora squillante
Con tinta di golfo dell’alba

da Il buio diurno (Einaudi, 2009).

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