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mercoledì 25 marzo 2015

La prima guerra mondiale, e mai nulla fu come prima.

"Niente fu mai come prima". La frase ricorre spesso, a proposito del Primo conflitto mondiale, e non riguarda i nudi indici di quantità nella descrizione della catastrofe; Paolo Mieli insiste nel mettere a fuoco quest'aspetto simbolico, nell'affermare che quella guerra è parte inscindibile del nostro DNA. Nel 1914 è cambiato il rapporto con l'idea di morte e di sterminio, che porterà i suoi frutti nel corso del secolo. Il libro di Hertmans, in questa prospettiva, assume una dimensione di grande interesse. "Guerra e trementina è un libro che si legge con piacere, lieve, senza ricorrere a effetti speciali", rilancia Mieli. E forse si aggiungono ulteriori indizi, da qui, per collocare meglio le prime impressioni suggerite, nel post precedente, dall'incipit del libro: il paesaggio multisensoriale di Hertmans ci parla innanzitutto di quello snodo centrale della nostra storia, della genesi di una percezione del mondo. E' l'immersione in quello spartiacque di simboli e cadaveri, che ci riguarda tutti. Hertmans lo sottolinea, riattraversa gli aspetti umani e le connotazioni storiche di quel passaggio. "L'uomo è cambiato profondamente", dice Hartmans, "e il mio protagonista è un uomo del '900 che porta su di sé il travaglio del cambiamento, con estrema umiltà".

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