Vladislav Otrošenko: "Innanzitutto, quanto a modello fondamentale, io mi ispiro a Puskin, alla sua elaborazione dei generi narrativi; è questo il mio punto di riferimento e d'altra parte è stato Puskin che ha creato la prosa russa come la intendiamo oggi; è con Puskin che nella lingua e nella forma della narrazione d'arte russa si è verificato un vero e proprio salto evolutivo, pari a quello avvenuto con la trasformazione della scimmia in essere umano.
Il lettore contemporaneo russo percepisce come arcaico qualsiasi testo in prosa prima di lui, sia come lessico che organizzazione del testo.
Di solito, a proposito del mio rapporto con i modelli italiani, viene citato il Calvino delle Città invisibili. Devo dire che l'altro autore che ha inciso in profondità, su un piano narrativo più lungo, è Buzzati, il suo Deserto dei tartari ha profondamente influenzato il rapporto fra spazio e rappresentazione, in alcuni miei racconti più recenti."
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